IL DIO

Nella Stregoneria, l’immagine del Dio Cornuto è radicalmente diversa da ogni immagine della mascolinità esistente nella nostra cultura. E’ difficile da comprendere, perchè non ricorda nessuno dei soliti stereotipi, né quelli del “macho”, né del maschio effeminato. Può essere dolce, tenero, può dare confronto, ma è anche il Cacciatore; è il Dio Morente, che si sacrifica perché la forza della vita continui; rappresenta la sessualità indomita, che però viene intesa come un profondo e sacro potere che ci lega agli altri è il potere delle emozioni, e incarna; l’ideale di come potrebbero diventare gli uomini, se solo si liberassero della cultura patriarcale. La Chiesa medievale ha deliberatamente alterato la figura del Dio Cornuto nell’immagine del Diavolo cristiano. Il Dio delle Streghe è un Dio sessuale, ma la sessualità è considerata sacra, non certo qualcosa di osceno o blasfemo. Il Dio ha le corna, ma esse rappresentano l’immagine crescente e calante della Dea Luna, come pure il simbolo della vitalità animale. In alcuni suoi aspetti, viene raffigurato nero, non perché sia terribile o spaventoso, bensì perché l’oscurità e la notte sono potenti, e fanno parte del ciclo del tempo. Nella maggior parte delle tradizioni, il Dio è considerato l’altra metà della Dea, e molti rituali e celebrazioni stagionali sono dedicate ad entrambi. Il Dio Cornuto incarna le qualità maschili positivi e potenti, che hanno un’origine ben più profonda di tutti i vari stereotipi, della violenza e dell’anomalia emotiva degli uomini nella nostra società. Se l’uomo fosse stato creato a immagine del Dio Cornuto, sarebbe libero di essere selvaggio, senza per questo diventare crudele, di essere irascibile senza essere bruttale, passionale senza diventare violento, spirituale senza essere però asessuato, e capace di amare veramente. La Dea è Colei che racchiude , è il Terreno dell’Esistenza; Il Dio è Ciò che Nasce da Lei, la sua immagine allo specchio, il suo polo opposto. Lei è la Terra; Lui il grano. Lei simboleggia il cielo che tutto cinge; Lui il sole, il suo nucleo infuocato. Lei è la Ruota; Lui il Viaggiatore che la percorre. Una caratteristica peculiare del Dio è sacrificare la sua vita perché il ciclo possa continuare. Lei è la Mare e la Distruttrice; Lui rappresenta tutto quello che nasce e viene distrutto.

Il Dio incarna il potere delle emozioni. Le sue corna animali simboleggiano la verità che arriva dalle emozioni espresse. Il Dio rappresenta la forza della vita, il ciclo vitale; rimane nell’orbita della Dea, il suo potere viene sempre diretto a servizio della vita. Il Dio delle Streghe è il Dio dell’amore. Questo amore include la sessualità, che è sia selvaggia e indomita, che dolce e tenera. La sua sessualità viene pienamente percepita, in un contesto nel quale il desiderio sessuale è considerato sacro, non solo perché tramite essa la vita viene procreata, ma anche perché è proprio grazie a lei che le nostre vite si realizzano in modo più profondo ed estatico. Nella Stregoneria il sesso è un sacramento, un segno esteriore della grazia divina interiore.

Nella sua essenza, non è limitata all’atto fisico, ma è molto di più: è un interscambio di energia, di nutrimento sottile, tra due persone; ed è proprio attraverso questo legame con un’altra persona, che ci colleghiamo con il tutto. Il Dio è Eros, ma pure Logos, il potere della mente. Nella Stregoneria, i due aspetti non sono in contrapposizione: il desiderio carnale dell’unione e quello emotivo del legame possono essere trasformati nel desiderio intellettuale della conoscenza, che rappresenta anche essa una forma di unione. Il Dio è anche il Dio Morente, e come tale, rappresenta quell’atto di consegnare sé stessi che sorregge la vita: poiché la morte è al servizio della forza della vita. Il Dio Morente incarna il concetto della perdita. Nella Stregoneria, la morte viene sempre seguita dalla rinascita, la perdita da una restituzione. Dopo la luna nuova, appare la luna crescente; la primavera segue all’inverno e il giorno alla notte. In una visione del mondo che considera ogni cosa come ciclica, la morte in se stessa non può essere la fine di tutto, ma piuttosto una trasformazione sconosciuta verso un nuovo tipo di esistenza. Il contino rappresentare la morte del Dio ci prepara ad affrontare quella trasformazione , a vivere nel modo giusto l’ultimi stadio della vita. Il Dio diventa Colui che dà conforto, il Consolatore dei Cuori, che ci aiuta a comprendere la morte con il suo esempio. Lui rappresenta il calore, la tenerezza e la compassione, le qualità complementari dell’aggressività maschile. Il Dio unisce tutti gli opposti, come la Dea. Lui è sia il sole splendente, la forza energizzante che dona la vita, che l’oscurità della notte e della morte.