La Regina dei mari

Toda e la Regina dei mari – Giappone

 

 

All’inizio dell’antica storia del Giappone, un terremoto creò una piccola isola verde circondata dal mondo sottomarino. Questo mondo era governato dal Re e della Regina dei mari. Il loro palazzo era fatto di conchiglie, corallo, marmo e gemme preziose.

Il Re dei mari presiedeva le maree, le piogge e le alluvioni. Il suo respiro creava i venti che alzavano le onde. Egli non lasciava mai il mare, mentre la Regina visitava spesso la piccolo isola , cavalcando un possente drago verse. Quando metteva piede sulla terraferma, si travestiva da dama di corte.

La Regina dei mari amava cosi tanto quell’isola che vi si costruì un palazzo d’estate, abbellito da splenditi e vasti giardini, piantagioni di gelso e campi di grano. Aveva molti servitori che si occupavano delle sue proprietà quando essa faceva ritorno nelle acque del mare. Tuttavia, poco tempo dopo un terribile mostro assali il suo palazzo e i suoi terreni. Questo malevolo serpente era chiamato Ja. I suoi baffi erano fatti di serpenti e i suoi occhi scintillavano infuocati, camminava su un milione di zampe e poteva avvolgere le sue spire per sette volte attorno il monte Mikami. Un giorno il serpente scese sulla piccola isola su cui sorgeva il palazzo della Regina dei mari e là Ja divorò tutti i frutti , il grano e i servitori. E infine distrusse il palazzo.

Quando la Regina dei mari ritornò per la sua visita successiva, gridò per l’orrore nel vedere tanta devastazione. “Qualcuno ucciderà il serpente Ja per me?” gemette.

Toda l’arciere, un giovane guerriero, passava da li in quel momento e udì il lamento della Regina. Non conosceva quella donna, ma le promise che avrebbe ucciso Ja per lei.

Mentre perlustrava l’isola in cerca del grande serpente, studiava il da farsi. Sapeva che avrebbe potuto ucciderlo se avesse inumidito la punta della freccia con la saliva : la saliva umana era un veleno mortale per Ja.

Toda continuò ad andare a caccia del serpente, anche se ormai era sceso il crepuscolo e non si vedeva quasi più. Mentre si accingeva ad attraversare un ponte, due fiamme solcarono il cielo mentre Ja faceva capolino nelle nebbie. Toda scoccò una freccia ma dimenticò di inumidirne la punta con la saliva. La freccia rimbalzò inutilmente sulla testa del serpente. Toda mantenne la propria posizione e intatto afferrò un altra freccia. Questa volta inumidì la punta con la saliva e la puntò ancora contro Ja. La freccia colpi Ja dritto in mezzo alla fronte.

Ja ruggì in presa all’angoscia; le serpi sui sui baffi morirono una dopo altra. Il lungo corpo del serpente diede un sussulto e alla fine si irrigidì mentre moriva.

La Regina dei mari emerse dalla notte in groppa al suo drago verde. Toda si protesse gli occhi dal bagliore e le chiese chi fosse. “ Io sono la Regina dei mari. Senza conoscere il mio nome, tu hai coraggiosamente acconsentito a uccidere il serpente Ja, e ci sei riuscito. Ora io voglio ricompensarti”

La Regina dei mari batté le mani e sulla superficie del mare comparve una barca di conchiglie. Toda salì sulla barca e rimase sorpreso nel vedere che essa seguiva il drago verde fin negli abissi, dove si trovava il mondo sottomarino con il suo palazzo scintillante. Centinaia di fate marine che indossavano abiti di conchiglie con frange di madreperla danzavano attorno alla barca di Toda. Obbedendo agli ordini della Regina dei mari, le fate marine riempirono la barca di Toda di enormi sacchi di riso, botti di vino, abiti di seta, una spada possente e un enorme campana di bronzo. Quindi le fate scortarono la barca sulla spiaggia dell’isola.

I servitori di Toda, tutti frenetici, arrivarono di corsa avvenendolo cercato dappertutto senza trovarlo. Ma quando Toda cercò di spiegare loro l’accaduto, egli vide che la barca era scomparsa e che i suoi doni giacevano sulla spiaggia. In seguito , il guerriero scoprì che tutti i doni ricevuti dalla Regina dei mari, avevano qualità magiche. I sacchi di riso e le botti di vino non si svuotavano mai. Gli abiti di seta non si logoravano, e la spada possente vinceva chiunque toccasse.

Dopo la morte di Toda, l’enorme campana di bronzo fu appesa in un tempio presso il lago, dove ancora oggi ogni mattina il suo suono risveglia i monaci e gli aironi bianchi